Dopo il Black Friday, il Blue Monday. Mi pare ovvio. Ormai il calendario è scandito dai colori dell’arcobaleno. In inglese. Ma a parte questo. Un anno fa scrivevo questo post, oggi vorrei riattualizzarlo aggiungendo un dato fondamentale: stamattina presto, quando mi sono alzata, ho pensato alle tremila cose da fare entro la giornata, non a che giornata era oggi. Altro che farsi prendere dalla tristezza del Blue Monday. Non c’è mica il tempo: ci laviamo i denti all’alba delle sette, ed è subito sera. Bye bye blues. Con tanto di divano, copertina e Netflix.
Non solo oggi è lunedi, ma è anche il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno. Tiè. Devo confessare che non ne avevo idea, e quando l’ho saputo mi è venuta la ridarola (a me la tristezza viene in qualsiasi momento, in ogni luogo e in ogni lago, così come le botte di buonumore). Come si è giunti a questa data precisa del calendario? Lo ha calcolato uno psicologo dell’Università di Cardiff, incrociando i giorni di picchi invernali di grigio e freddo, di depressione per la fine del periodo festaiol – natalizio, di presa visione del conto in banca dopo il suddetto periodo, con infine i giorni in cui ci già ci si arrende alla cruda realtà che i buoni propositi dell’anno nuovo molto difficilmente si avvereranno. Insomma è’ venuto fuori il terzo lunedì di gennaio. Bon.
Quindi per oggi mettiamoci l’anima in pace e celebriamo questo mistero doloroso. Chissà se anche Google dedicherà al Blue Monday il doodle del giorno. Lo scopriremo accendendo il pc. Comunque. A parte il fatto che quella del lunedì nero sia in realtà nata come trovata di un tour operator inglese che voleva vendere più viaggi a fine gennaio (e infatti la ‘tradizione’ del Blue Monday è Made in England), bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno: perché la tristezza, pensa te, rende creativi (e anche questa fondamentale verità arriva da studiosi di università varie). Per cui stamattina, caffè e bonjour tristesse, poi armatevi di biro e block notes e segnatevi tutte le cose che vi vengono in mente, anche quelle più lacrimose e bislacche, magari vi viene un’idea e in quattro e quattr’otto mettete su una start up di successo, diventate ricchi e altro che malinconia: trenini & cotillons. Perché non si butta via niente, figuriamoci la tristezza creativa dei lunedì di gennaio.
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