Santa Pazienza (2020 edition)

 

ll primo dei buoni propositi del 2020 è stato sdoganato. Anzi svelato – come i mestieri di Fatima – dal Papa: avere pazienza.

Questo il fatto scatenante: la sera del 31 dicembre il Santo Padre in processione a Roma è stato afferrato da una fedele – fan e lui, per liberarsi, le ha dato due schiaffetti sulla mano andandosene poi piuttosto incavolato (aveva l’aria tipo ‘ma pensa te’). La cosa mi ha fatto riderissimo, ma poi ho pensato che anche Francesco, povero, non si risparmia mai, anzi, e che alla sua età viene tirato, strattonato e preso d’assalto come rockstar. Anche se è il rappresentante di Dio in Terra, Papa Francesco non è una roccia e la gente dovrebbe anche capirlo.Comunque, questo sant’uomo (è il caso di dirlo) il giorno dopo, all’Angelus si è pure scusato “Ho perso la pazienza”.

E chi non chi non ha messo la pazienza fra i buoni propositi del nuovo anno? Pazienza che, ai tempi dei social e delle spunte blu su WhatsApp (che devono essere visualizzate entro pochi secondi) sembra una parola passata di moda. Eppure all’alba degli anni Venti del Duemila  lo sappiamo ancora, che la pazienza ci renderebbe la vita più facile: quando si aspetta incavolatissimi nelle code o in sala d’attesa dal dottore, quando si strombazza esasperati negli ingorghi stradali, quando nelle discussioni si replica sbottando maleducati senza aver ascoltato l’intera frase dell’altra persona, o quando si risponde stizzatissimi e incazzatissimi alle e-mail del commercialista. Vabbè ragazzi: la buona notizia è che se anche il Papa si è spazientito tanto più siamo giustificati noi comuni mortali. Abbiamo un anno in cui possiamo tentare e ritentare: l’importante è avere pazienza