La buona notizia è che in un anno ci sono ben due chances per fare i buoni propositi. La cattiva è che spesso tutte e due sono occasioni sprecate. I suddetti momenti preposti cadono.

A al rientro dalle vacanze estive

B a Capodanno

Ma mentre sul finire dell’estate abbiamo dalla nostra il fatto che siamo belli abbronzati, baciati dal sole, rigenerati e spavaldi, il 31 dicembre invece ci coglie stravolti dalla stanchezza – con in più la mazzata finale delle cene e pranzi di Natale e Santo Stefano. Insomma siamo dei moci vileda. Comunque, se fino al 24 dicembre non vi siete non dico iscritti/e, ma neppure affacciati alla segreteria della scuola di inglese o della palestra, non lo farete certo ora. Rassegnatevi alla cruda verità. Però un attimo…. mumble muble.

La soluzione non sta nel saccheggiare le edicole comprando tutte le copie di Astra & c.

Non credo soprattutto che il 31 sia il caso di farci (altro) male, tipo: ultimo bicchiere/ultima sigaretta/ultima fetta di panettone, con la diretta conseguenza di svegliarci il giorno dopo, primo gennaio, di cattivissimo umore e con la sensazione che la pacchia sia finita e che da oggi ci attende una montagna da scalare, basta cazzeggio. Allora questo giro proviamo a cambiare. Affrontiamo il 2017 à la guerre comme à la guerre, certo, ma c’è modo e modo. L’importante, per il primo giorno dell’anno, è avere una roadmap, che sappia come arrivare all’obiettivo finale. Sì, una tabella di marcia da tenere lì pronta per l’uso, da iniziare quando ci sentiamo, non per forza subito, ma intanto sappiamo che c’è, e possiamo contare sul fatto che ci siamo disegnati una cartina che ci può portare fuori dal tunnel, qualsiasi sia il tunnel.

Perché l’unico buon proposito per l’anno che verrà è quello di volersi bene, senza la nevrosi e gli stress per essere perfetti: l’importante è avere una mappa, per sapere dove siamo e soprattutto dove stiamo andando.