No, non siamo mai contenti. Fine agosto nelle spire dell’anticiclone Polifemo, e, sì, fa caldo. ma c’è da dire che perlomeno, e per il momento, il sole ci sta risparmiando la malinconia di giornate piovose pre – settembrine.
Ma noi no, non ci sta bene. E’ tutto un tripudio di “che caldo, non se ne può più, adesso però piovesse un po’”. Si, si, certo: sulle cene all’aperto che ancora dobbiamo fare, sulle ultime giornate di vacanza, sulle ultime passeggiate lungo i sentieri di montagna. Vogliamo il ‘fresco’: come se non sapessimo che fra un mesetto avremo tutto il fresco che vogliamo, seguito poi dal freddo – gelo. In gennaio invocheremo il caldo e l’estate. Si lo so che abbiamo un orologio interno che ci segnala quando è l’ora di voltare pagina (cioè stagione), e che nei luoghi di vacanza ‘bisogna’ acquistare il capetto invernale che altrimenti in città non si troverà mai, ma da qui a blaterare sotto l’ombrellone di polenta con i funghi, di brasato e di fonduta ce ne passa. Che poi tutti a giocare a burraco all’ombra con tanto di bibita ghiacciata.
Insomma, credo che finchè la stagione regge abbiamo il diritto – dovere di godercela senza tanti fastidiosi, un po’ penosi, lamentii. Ci pentiremo di averli fatti quando la mattina usciremo per andare al lavoro con un temperatura da era glaciale, intabarrati nel piumino e con il lunotto dell’auto gelato da sbrinare e da spannare. Oppure quando, in un sabato sera di dicembre andremo sul terrazzino per fumarci una sigaretta con gli amici, tremolando tutti insieme nel buio metropolitano. Comunque, consolatevi: perché l’Inverno sta arrivando (e i divoratori seriali di Trono di Spade sanno di cosa sto parlando).
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