Questa primavera un pò balenga, sappiate che comunque la vie (è) en rose. L’altra mattina, in San Salvario – un quartiere di Torino -chi si è alzato presto per scendere il cane non ha potuto fare a meno di notare – anche con gli occhi semichiusi – che c’era qualcosa di diverso a spezzare il grigiore urbano. Una macchia di colore. Per essere precisi, una macchia di colore rosa carico, quasi fluo.
Li hanno già definiti ‘vandalismo romantico’ questi atti di colui/colei che, partendo da Piazza Madama (Cristina) ha tinto di rosa Pink Panther telefoni pubblici, cestini per i rifiuti e persino estintori, spingendosi fino a Corso Marconi. E giù a fare ipotesi su chi sia questo anonimo ‘rosatore’. Un novello Cyrano? Un appartenente ad un collettivo di street art? Un tifoso del Giro d’Italia? Non si sa. Intanto però che bello, sprazzi di colore nella jungla urbana. E che colore: quello di #tuttegiuperterra. Forse non a caso, perchè il rosa racchiude un pò tutto: la forza del rosso mixata alla calma del bianco. Se dovessi accostargli una parola, una qualità, il rosa (ma non cipria, stiamo parlando di un rosa quasi shocking) è il colore della resilienza, e del pensare il futuro con ottimismi, ma insieme con consapevolezza e grinta. Un tocco di rosa è l’antidoto alla noia, nella vita come nel look (e le Pink Ladies di Grease lo sapevano bene), un antidoto alle 50 sfumature di grigio dell’asfalto metropolitano. Insomma, questo colore non è una roba da femminucce. quindi Re – Think Pink. E shockkate tutti.
Photo La Stampa
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