Facciamocene una ragione: i social svelano esattamente la tribù anagrafico digitale alla quale si appartiene. Insomma non si scappa: svelano l’età. E segnano la linea di demarcazione dai 40 in su e dai 40 in giù. Dagli over anta 40 vengono utilizzati per documentare la vita familiare O la vita personale: compleanni, cene, feste…. Poi immancabili ogni mattina le foto (in genere di fiori o di tazzine di caffè o di cappuccini con tanto di faccine/cuoricini sulla schiuma)), i buongiornissimi fra mamme di figli in età’ scolare, quelle del primo dentino del nipotino, della mimosa ricevuta per la festa della donna, quella della vacanza per l’anniversario del matrimonio (15 anni di noi due) oppure il gol del bomber della squadra il cuore, il link del discorso di Salvini O di Mattarella. O ancora il link all’articolo di protesta preso dall’ennesimo sito (di protesta) di qualsiasi parte politica. Dai 40 in giù invece Facebook tende ad essere utilizzato sempre meno, fino a scomparire del tutto sotto i 35: infatti i millenials (per chi non lo sapesse: la prima generazione iperconnessa, 18 – 34enni) utilizzano soprattutto Instagram, peraltro non parlando mai di fatti familiari. Ma di quelli personali invece parlano molto: su Insta gli ego sono giganteschi. Foto di vacanze, di luoghi esclusivi, di festoni come se non ci fosse un domani. Che sembrano dire c’erano tutti tranne te. Con tanto di hashtag – cerchio magico. Chi conosce il tema e lo capisce, rientra nell’evento ma chi invece disgraziatamente non lo conosce, rimane del tutto tagliato fuori. E quindi per l’escluso/a, anche dalle luculliane cene o compleanni documentati su Facebook, scatta la F.O.M.O. (fear of missing out, ovvero l’ansia da social caratterizzata dalla paura di essere esclusi da un qualsiasi evento documentato da post su Instagram o Facebook), che è il nuovo Male Oscuro collettivo. Che colpisce tutti: la depressione da social media non fa distinzione di età’. E’ inclusiva digitale.