Ce ne vuole di faccia tosta. O forse no, perchè ti chiami Trump. Fatto sta che il video girato al G 20 di Osaka e pubblicato dall’Eliseo ha fatto il giro del mondo. Si vede Ivanka (Trump, appunto) che, dopo aver imperversato ovunque al meeting, pur non avendo una carica di Stato ufficiale (se non quella di first daughter), cerca di inserirsi in una conversazione tra Macron, Theresa May, il presidente canadese Trudeau e la neo – direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde.
Macron e Theresa May stanno parlando della condizione delle donne e di come migliorarla. L’argomento interessa molto a Ivanka Trump che si intromette e dice la sua, ma Lagarde la gela con lo sguardo. Il cui significato è inequivocabile: ‘Ma questa cosa vuole?’,
Bravò Lagarde: se questo è l’inizio, ci darai delle soddisfazioni. Comunque: subito dopo non vi dico il ballarò iniziato sui social e sui media. Intanto il video è diventato virale (ovvio). Poi sono partiti gli sfottò (soprattutto dai dem USA), l’hasthtag #unwantedivanka e poi, bellissime, le immagini – fotomontaggio su Twitter: insieme a Beyoncé, a Nixon ed Elvis, con Armstrong sulla luna, Ivanka è persino con il Papa, con Martin Luther King e con i Beatles.
Comunque, è sempre tutto relativo: alzi la mano chi, ad una festa oppure ad un matrimonio, non conoscendo nessuno, non ha cercato di intrufolarsi nel chiacchiericcio di un capannello tra amici? Più che altro per sentirsi meno sola e quindi socialmente accettata/o. Ecco, il punto è proprio questo. Essere socialmente accettata. Ivanka credo non si senta (perché non lo è) né carne né pasce. Né una semplice repubblicana milionaria, ma neanche una figura istituzionale dell’amministrazione Trump. Noi/voi, almeno, se in certe occasioni sociali avremo fatto una figura da meschinette/i, almeno non saremo mai ritwittati e condivisi all’infinito. Consoliamoci: no viral, no party.