Ogni maledetta domenica (Sunday scary Sunday)

 

Avete presente quell’ansia che inizia in sordina alle tre del pomeriggio di ogni domenica, si trasforma in ansia alle cinque e alle otto è ufficialmente tristezza desolante senza se e senza ma?

In Usa ha un nome ufficiale: sono le Sunday Blues o Sunday Scaries (letteralmente ‘spaventi della domenica’) e ne soffre quasi il 50% delle persone in età lavorativa. Si sa, negli States sono sempre avanti, anche nella depressione.

In pratica, esattamente quella malinconia che ti prende fin dalle elementari il pomeriggio del dì di festa, pensando al lunedi’ e alla settimana che ti aspetta (passando dal dettato, al compito in classe, agli appuntamenti di lavoro fino agli appuntamenti con il dentista, dipende dall’età).

Aggiungici il fattore PSS, PULISCI STENDI STIRA (E RIORDINA),che ogni domenica ci autoinfliggiamo come Tafazzi e la frittata è fatta: per le nove di sera siamo ufficialmente in down.

 

Bene, studi (sempre americani) ci dicono che esistono rimedi alle domeniche pomeriggio passate contando i minuti che ci separano dal lunedì: tipo ‘fai esercizio fisico’ (un rimedio evergreen),‘vai ad una mostra’,‘impara qualcosa di nuovo’, ‘pratica un giorno di digital detox’. Soprattutto la domenica, quando – su Instagram, Facebook & co – tutti sembrano fare tutto. Tutti tranne te.  Questo ci porta a chiederci: e allora, quando non c’era Facebook? Come mai la domenica sera ci sentivamo tristi lo stesso? Elementare Watson: già Leopardi nel 1829 aveva capito tutto, e lo spiegava nel Sabato del villaggio: il sabato “di sette è il più gradito giorno”, la domenica “tristezza e noia recheran l’ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno”. Due secoli dopo, il villaggio è diventato globale, ma il sabato e la domenica sono sempre gli stessi. Non c’è social che regga.