Ok, si parte per le vacanze, finalmente. Valigie: fatte. Pedicure con semipermanente: fatta. Depilazione: fatta. Scelta libri: fatta. Playlist: fatta. Costumi: presi. Ecco, qui il pensiero si ferma, anzi si annebbia. E il ricordo va a quindici giorni fa, quando sotto la luce dello scomodissimo e strettissimo camerino di prova, dopo esservi contorte manco foste una ballerine equilibrista per togliere i jeans, avete provato quel bikini in saldo che vi piaceva tanto e avevate adocchiato da un po’.
Una frazione di secondo per guardarvi allo specchio spaventate, e la commessa ha spalancato la tenda urlando “ma come stai beneeeee” e facendo voltare tutti i presenti, che ora ti fissano. Tu, cercando di raccattare un ultimo scampolo di dignità, hai mormorato qualcosa, chiudendo con stizza la tenda. Tutti gli anni la stessa storia: davanti allo specchio in costume ci si vede pallide, con la pelle biancastra, troppo magre e/o con rotolini di troppo, cellulite anche dove non si era mai vista (le luci dei camerini sono infallibili), grinzette e cedimenti vari che lo scorso anno – giuri – non c’erano.
Quest’estate i sociologi si sono scomodati per definire l’ansia e la tristezza che ci assalgono alla prova costume: si chiama Bikini Blues e colpisce un italiano su tre. Sì, anche gli uomini, che vedono la pancetta bianchiccia appoggiarsi senza pietà sui boxer. Lo studio (condotto da inabottle.com) dice anche che di Bikini Blues ‘ci si ammala’: si diventa nervosi, intrattabili.
Si vabbè dai, anche basta: è un attimo che sul tg di Italia 1 dopo l’avviso al vecchietto di non ucire nelle ore più calde, si parli della la sindrome da bikini. Ogni anno la stessa storia….come se ne esce? Direi semplicemente fregandosene, fin dalla prima ora in spiaggia: giocando a burraco o facendo le parole crociate sotto l’ombrellone, o andando sulla battigia per urlare ai figli di uscire dall’acqua. Chiacchierando con gli amici, giocando a racchettoni. Insomma, l’ansia passa in poche ore. Però pensiamoci: questa della prova costume è una tradizione estiva irrinunciabile: è come il Natale: torna ogni anno e ogni anno ci coglie impreparati. Quindi rassegniamoci, serenamente. Anzi teniamocela stretta.