4 aprile 1978, ore 1845. Rai Due mandava in onda la prima puntata di una roba dal nome complicato, che sembrava più un titolo da documentario del National Geographic: Atlas Ufo Robot. L’indomani però a scuola non si parla d’altro se non di ‘Goldrac’, ovvero di Goldrake, il titolo del fumetto, anzi del manga di Go Nagai da cui è tratto il cartone. Ed è subito anime mania!
Ciaone Rin Tin Tin, Zorro, Antenati, ciaone a tutta la tv dei ragazzi fino ad allora conosciuta. Cominciano un’era e una generazione nuova: quella dei robottoni. Dopo Goldrake (vero nome jap: Grendizer) arrivano Mazinga, Daitarn, Gundam, Jeeg Robot….Tutti dotati di armi pazzesche, tra cui la madre di tutte, l’alabarda spaziale (nome unofficial della mia stampella). Quello che mi stupiva di più era il fatto che le tette dei robot – femmina venivano sparate come razzi. Ovvio, a questo punto, il maschilismo imperante: perchè i razzi tettonici non facevano manco un graffietto al robot alieno nemico, che anzi si incazzava ancor di più e sulla robottessa volavano schiaffoni fotonici. Altra ‘cifra’ di questo filone di cartoni era lo staff di babbioni di cui si circondava il protagonista: nel caso di Goldrake, Actarus era a capo di un manipolo formato da Rigel, i di lui figli Mizar e Venusia, il Dottor Procton, la sorella Maria (che guidava la Trivella Spaziale, no ma per favore), e infine da Alcor – il più sfigato di tutta la combriccola – un porello alla guida di un disco volante tipo frisbee, che prendeva mazzate da tutti. Fra tutti i pezzi – audio, video e cartacei – celebrativi di questo quarantennale, ho scelto il fantastico riassunto fatto stamattina da Francesco Lancia e dal Trio Medusa su Radio Deejay: ascoltatelo (qui il link https://www.deejay.it/news/40-anni-di-di-goldrake-ecco-11-cose-che-non-vi-hanno-mai-raccontato/557937/?ref=DJ-H-L-RL-4-3 ) e capirete molte cose. Anche lo Ius Soli.
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