La pubblicità che più mi infastidisce (e che infastidisce molti di voi, ho fatto un sondaggio)? Non è quella di Eva Qu, non è quella delle pastiglie per la prostata, non è quella dei Momenti ops. E’ quella delle patatine.
Per chi se la fosse persa: uno struggente addio vintage si svolge in una stazione d’antan, avvolto in un bianco e nero seppiato, e con la colonna sonora di una canzone in voga negli anni ’30, che recita ‘ritornerò da teeeeee’. Bacio, poi il treno con lei sopra parte, mentre lui resta lì, sconsolato, sul predellino.Ma un attimo prima della dissolvenza della scena, si vede che Lei sottrae a Lui il pacchetto di patatine che Lui teneva in mano (perché comunque si sa che ogni addio non è un addio senza un pacchetto di patatine, e per salutarsi ci si bacia coi i pezzi di patatine tra i denti). E comunque, andiamo avanti: passano gli anni e le stagioni, e Lui è sempre lì, su quel binario. Ad aspettare Lei, direte voi. E invece no. Perché quando finalmente dal treno scende una fanciulla – forse la nipote – dell’Amore perduto, ovvero della Lei primigenia, Lui, ormai vecchio le va incontro traballante. Solo che, invece di abbracciarla, strappa di mano alla ragazza il sacchetto di patatine che stava mangiando e se ne va, brandendolo come un trofeo.
Ora. Io non sono una maga del marketing. Ma forse una pubblicità così triste e che fra l’altro mette in cattiva luce l’intera categorie degli anziani – ragazzi, girata da Tornatore!!!!! – si può rivelare un effetto boomerang per il marchio stesso.
Però ripensandoci la categoria della pubblicità delle patatine è sempre stata un po’ sfortunella: prima con la censura dello spot (troppo a doppio senso) di Rocco Siffredi, poi con la polemica innestatasi per la scelta dello Chef Carlo Cracco come testimonial, infine con quel tipo (Sfigatto) che sulle note di “Ci vorrebbe un amico” di Venditti si fa una vacanza da solo con una patatina antropomorfa, manco fosse la sua fidanzata (forse anche sì).
Meno male che a risollevare le sorti della patatina ci sono il Gigione Buffon nazionale e Gerry Scotti, simpa come sempre. No doppi sensi, no vecchietti mannari, no vacanze da poveri. Pubblicità come si deve e basta. Bon.
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