La notizia è che qui al Museo Egizio di Torino hanno trovato i resti della mummia della Regina Nefertari, o meglio le di lei gambe, femore – tibia – rotula regali.
E non è che siano saltate fuori da uno scatolone mentre gli addetti erano a ravanare giù in cantina cercando l’albero di Natale e le palline: quelle gambe erano sempre state lì, ben in mostra, in una teca del percorso di visita.Comunque. Piove sempre sul bagnato: non solo pare che Nefertari fosse bellissima e colta, ma ebbe anche un grande fattore C, perché fu la moglie prediletta di Ramses II, uno dei faraoni più potenti dell’antichità. Pare anche che seguisse una dieta un po’ sregolata (dato che da un monitoraggio le arterie risultano parzialmente interessate da processi arteriosclerotici: evidentemente anche la «sana» cucina di un tempo non era così in linea con il mantenimento di un buon livello di trigliceridi e colesterolo nel sangue). Tornando alle gambe, si era sempre creduto che fossero quelle di una mummia qualunque, portata a Torino nel 1904 dall’archeologo Schiaparelli (non ci sono solo il dentifricio, la sonda spaziale e la stilista inventrice del rosa shocking che si chiamano così). Invece la rivista Plos One ha svelato, pubblicandola, la tesi sostenuta da un team di ricercatori coordinata dall’Università di York. Ora, siccome non si trovano mummie di parenti, zii e cugini della Nefertari su cui compiere l’analisi del DNA, si sono prese a modello 16 parametri inconfutabili di cui 14 coinciderebbero perfettamente (per i rimanenti due si devono ancora fare le ‘prove’). Risultato: dovrebbe proprio trattarsi della regina ingambissima che tra l’altro calzava le Manolo Blahnik dell’epoca: preziosi sandali con la suola di papiro, trovati anche loro nella tomba.
C’est à dire: Sex & The City 1200 anni prima di Cristo. New York? No, Tebe.
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