Natale @home
Una delle poche cose positive di questo 2020 è che abbiamo imparato tutti a fare quello che un po’ di tempo fa si chiamava bricolage, e che adesso si chiama DYI, cioè Do it Yourself. Sotto questo aspetto, cioè nel farci le cose a casa, siamo diventati un po’ autarchici, diciamo la verità.
A cominciare dal colore per i capelli: non so voi ma a me ha dato molta soddisfazione riuscire a farlo da sola (poi però ovviamente per un lavoro come si deve di ri – sistemazione della chioma si torna – appena si può – dalla pettinatrice). La seconda cosa è che tutti ci siamo buttati a impastare e a fare il pane in casa (da cui l’emergenza lievito durante il primo Lockdown). E adesso che è Natale, come non farsi anche il panettone in casa? Giusto l’altro ieri ho sentito a Radio Deejay la Marisa Passera in collegamento con il pasticciere Dario Hartvig, (il negozio è in quel di Carmagnola) a cui è venuta l’idea del kit per produrlo a casa: kit che si chiama infatti PANETTHOME. In realtà farsi il panettone è abbastanza semplice, perché insieme al kit viene fornita una procedura guidata: nella la scatola ci sono tutti gli ingredienti necessari, pesati e dosati, bisogna aggiungere solo l’acqua, sei uova e il burro. Dopodiché tranquilli, iniziate subito a impastare. Certo i tempi di lievitazione sono un po’ lunghi e in due fasi: la prima dura undici ore, la seconda volta cinque e mezza, lo dico soprattutto per chi ha bambini smaniosi di pasticciare che vanno tenuti buoni, però poi vuoi mettere la soddisfazione di un panettone fatto in casa? Che è l’ultima frontiera e anche il sigillo di un Natale non solo autarchico ma anche autoctono nel senso di che stiamo tutti in casa. Ultima cosa: ma voi come vi state trovando nel fare gli auguri di Natale? Io mi sento in imbarazzo nel fare ma nel riceverli. Non ne ho proprio voglia, per diecimila noti e meno noti motivi. Quindi nelle mail mi limito ad augurare serenità (augurare speranza mi sembra esagerato, quella possono augurarla il Papa o Mattarella). Comunque: non è che il giorno 1 del 2021 sarà tutto cambiato, credo ci sarà da penare ancora un po’ (almeno fino all’estate, mutazioni del virus a parte), però almeno l’anno potrà finire con una lucina di speranza in fondo al tunne, e non è poco.